IL SALMONE ATLANTICO NORVEGESE


Conosciamo più da vicino sua maestà il salmone atlantico norvegese:Salmo Salar è il salmone per antonomasia.
La livrea è argentea, con alcuni punti neri sul dorso e lungo la linea laterale. Il notevole sqaurcio boccale e la presenza di molti denti, fa di questo pesce e dei Salmonidi dei carnivori temibili. La frega va da settembre a febbraio, e essendo la specie anadroma, gli anglosassoni distinguono i salmoni di primavera (SPING che risalgono i corsi d’acqua da gennaio a maggio), da quelli autunnali (che risalgono i corsi d’acqua dopo l’estate).
Le popolazioni nordiche cominciano la risalita prima di quelle meridionali, per ragioni che poi analizzeremo.
Il salmone che arriva dal mare, si presenta con una bella livrea argentea, con dorso bluastro, per poi divenire rosso scuro, comprese le pinne natatorie. Le femmine diventano quasi nere. Queste ultime, di solito le più anziane, sono sempre le prime a guidare le formazioni "a triangolo" che assumono durante la faticosa risalita.
Quando raggiungono il luogo adatto alla costruzione del nido, dove sono nati molti anni prima, depongono le loro uova e perdono la livrea nuziale. Stremati, e consumato tutto il grasso di riserva per lo sviluppo delle gonadi, la carne perde di consistenza e diviene acquosa. La livrea come detto, passa da argentea a rosso scuro, i denti divengono leggermente più grandi, l’apice della bocca diviene uncinato. La pelle del dorso si ispessisce e le scaglie sembrano quasi infilate..
Le uova dei salmoni Atlantici sono adesive e una volta deposte, non essendo galleggianti, precipitano sul fondo. Vengono quindi nascoste tra i ciotolo o la vegetazione e poi lasciate in loco. Se l'uovo è stato fecondato comincia ad assorbire acqua, poi lo strato esterno si indurisce, e successivamente comincerà il processo di sviluppo dell'embrione. Dopo un periodo dipendente dalla temperatura dell’acqua, e che va da 5 a 21 settimane, vengono alla luce i piccoli avanotti, lunghi circa 15 – 25 mm.. Questi poi passeranno dai due ai quattro anni della loro vita nelle acque dolci.
Nella prima fase di sviluppo, che va da 1 a 8 anni, o fase giovanile, , somigliano alle trote fario. La seconda fase è (i.e. smoltifly), caratterizzata dal ritorno al mare, in sincrono, di numerosi esemplari.
Tale strategia è mirata naturalmente a minimizzare il rischio di essere predati. Nei fiumi i salmoni si nutrono di insetti e di crostacei, e solo più tardi di sanguinerole. Arrivati al mare, , si ha la trasformazione completa. La crescita è rapida, tuttavia la biologia di questo pesce, in mare, è poco nota, e ha affascinato moltissimo gli studiosi. In questa fase si pensa che il tasso di mortalità aumenti notevolmente, a causa della predazione e della maggior difficoltà a procacciarsi il cibo.
In alcune aree dell’Atlantico, gli esemplari trascorrono in mare da 1 a 5 anni, e passano da 50 gr. a 1 – 25 chili., per una lunghezza che va da 45 a 135 cm. Occasionalmente, sono stati catturati individui di 35 chili.
Individui di altre popolazioni risalgono i corsi d’acqua, per poi tornare in mare, solo al terzo anno di età, quando viene chiamato grisle. Risalgono completamente i fiumi per poi fregare e tornare in mare, durante l’inverno o in primavera.
I salmoni Atlantici si riproducono più volte nel corso della vita, tuttavia sembrano essere pochi i salmoni che si riproducono davvero una seconda volta, fatto evidenziabile dalle strie di riproduzione irregolari delle scaglie, poiché in acqua dolce i salmoni smettono di crescere. In ogni caso, il salmone Atlantico, non è geneticamente programmato per morire dopo la prima frega. Il fatto che sono scarsi, numericamente, gli individui che si riproducono più volte, è legato anche alla predazione, alle malattie parassitarie che si acuiscono dopo la fatica della risalita, alla fatica della risalita stessa.
Altri individui invece, tornano in mare solo dopo pochi mesi.
Esistono, infine, individui maschi nani , gia maturi sessualmente a 10 cm di lunghezza, e che non scendono mai al mare o ai laghi.
Vi sono anche esempi di popolazioni residenti, come quelle del fiume Namsen, in Norvegia, detti landlocked salmon. Quello delle popolazioni di salmoni che non scendono in mare sembra essere un adattamento locale, persistente, influenzato dalle condizioni ambientali di un dato corso d’acqua.
Durante il passaggio dalle acque dolci a quelle salate, non si assiste a nessun periodo di adattamento, ovvero manca il cosiddetto periodo di acclimatazione. I cambiamenti fisiologici adatti a sopportare condizioni saline diverse, avvengono durante la discesa verso il mare.
Quando arrivano al mare, pur disperdendosi in aree non molto grandi, divengono elusivi e poco si conosce sulle loro abitudini di vita. Non sono catturati spesso dalle imbarcazioni a strascico, con l’esclusione di alcune aree come il mar di Norvegia, quelle delle Fær Øer, e quelle della Groenlandia la zona lungo le coste del Labrador e l’oceano Artico. Alcuni individui sono stati taggati, e sembra che la popolazione nord americana rimanga nell’Atlantico occidentale, e quella europea nell’Atlantico orientale. Alcuni esemplari del mar di Norvegia sono stati ripescati alle Fær Øer, a oltre 800 Km di distanza, a 38 – 50 giorni dopo la marcatura.


Lo Stoccafisso
Che cos è esattamente lo stoccafisso?? L’essiccazione all’aria del merluzzo artico che da vita allo stoccafisso, è uno dei metodi di conservazione del pesce più antichi che si conosca. Questo metodo ha una storia millenaria. Dai reperti archeologici risulta che lo stoccafisso veniva esportato dalla Norvegia ancora prima dell’epoca dei vichinghi e, successivamente divenne uno dei principali alimenti del popolo vichingo.
Lo stoccafisso è il prodotto d'esportazione più antico della Norvegia ed è quindi naturale che questo prodotto sia interessante anche dai punto di vista storico. Le guerre, le paci, le religioni ed i diversi sistemi politici hanno apportato nei tempi grandi cambiamenti nei vari mercati che hanno influito anche sulla pro­duzione e sull'esportazione dello stoccafisso norvegese.
Il susseguirsi di nuovi regimi politici ed economici nei mercati importanti, come per esempio la Nigeria, hanno da un giorno all'altro cambiato totalmente la politica commerciale.
L'Europa, e soprattutto l’Italia, rappresenta oggi il mercato più importante per io stoccafisso norvegese. In questo mercato si richiede uno stoccafisso che abbia quelle specifiche qualità che si possono trovare solo nelle isole Lofoten ed in altre regioni della Norvegia del Nord, grazie alle condizioni climatiche locali che sono ideali per l'essiccazione.
Nel XX secolo il continente africano ed in particolare l'Africa Occidentale e la Nigeria facevano parte dei mercati più impor­tanti. I popoli africani avevano richieste differenti da quelle europee e questo ha contribuito ad ampliare notevolmente la produzione in molte località norvegesi: in alcuni periodi i mercati incrementarono il volume d'affari al punto da far espandere la
produzione dello stoccafisso lungo quasi tutta la costa norvegese. I mercati più importanti dello stoccafisso norvegese sono: Italia, la Nigeria, la Svezia, gli USA e la Croazia.
L’Italia acquista oggi più dei 2/3 della produzione dello stoccafisso norvegese. ll mercato italiano si divide, per motivi culturali e storici, in cinque principali regioni: Veneto, Liguria, Campania, Calabria e Sicilia. Nelle altre regioni italiane io stoccafisso è meno conosciuto. A seconda della regione cambiano i metodi di preparazione dello stoccafisso ed è pertanto importante acquistare lo stoccafisso del giusto tipo e che abbia le qualità richieste.